A venti secondi dalla sirena, con la punta del piede, domenica sera, Renata Adamatti ha fornito a Luciléia un cuoio facile facile da insaccare per quello che sarebbe stato il meritato pareggio, che avrebbe prolungato gara 1 della semifinale scudetto con l’Okasa Falconara ai supplementari. L’arbitro, però, non è parso d’accordo ed ha fischiato un fallo su Sestari che nessuno, neppure al replay, ha scorto.
Così, le «citizens» si sono ritrovate a segnare in contropiede con Ferrara il 2-4 con che ora rende la sfida di stasera al «PalaBadiali» un’impresa, che dovrà essere necessariamente epica.
Tutto in venti minuti, con la speranza che, poi, si possa tornare su quell’ostico parquet nel breve volgere di quarantott’ore.
All’andata, Giulia Domenichetti, allieva di coach Gianluca Marzuoli, ha gabbato il pur venerato maestro con una strategia vecchia come il pallone: difesa arcigna, che è il tratto distintivo della formazione marchigiana, e transizioni letali, altra specialità della casa.
Anche la mossa disperata del «power play» non ha sortito «in toto» l’effetto sperato, visto che, comunque, la più positiva di tutte è stata per l’ennesima volta Nicoletta Mansueto, la miglior calcettista italica del 2024 e ormai in pianta stabile nel «cinque» di partenza del mister abruzzese, autrice di una doppietta: «Sappiamo che sarà difficile, il jolly ce lo siamo giocato in casa, purtroppo. Troveremo un ambiente caldo, ma non ci devono essere alibi o scuse: dobbiamo vincere e basta. Mi fido di tutte le mie compagne e sentiamo tutte la responsabilità del compito, che riusciremo a realizzare solo se saremo unite».
Nel palasport falconarese si prevede una nutrita rappresentanza di tifosi bitontini, che sosterranno le loro beniamine nel giorno più complicato della vita – breve e pur fitta di trofei e soddisfazioni – della società guidata dal pluridecorato presidente Silvano Intini.