Il Futsal Bitonto si sta avvicinando di gran lena a quello che può essere tranquillamente considerato, senza scadere nella retorica, il suo secondo appuntamento con la storia di questa incredibile e interminabile stagione sportiva.
Sì, perché dopo il battesimo in una Final Four di Coppa, due mesi fa a Porto San Giorgio, i leoncelli neroverdi disputeranno la loro prima finale secca in campo neutro – formula Finals anche in questo caso, ma a Cesena e contro gli abruzzesi del Sulmona, stavolta – valevole per la promozione in A2 Élite, cioè la “Seconda Serie” del Calcio a 5 nazionale. Categoria, manco a dirlo, mai bazzicata da una squadra bitontina di Futsal maschile da quando esiste l’attuale format dei campionati in Italia. In occasione di questo grande evento calcettistico, che si terrà al Carisport di Cesena sabato 31 maggio alle ore 17:00 (con diretta anche su Sky Sport), abbiamo ideato una mini-rubrica in tre uscite per dare voce ad alcuni dei protagonisti, fra campo e dirigenza, che stanno contribuendo a rendere l’irresistibile truppa guidata magistralmente da mister Domenico Lodispoto un autentico e sano patrimonio della comunità bitontina.
Siamo purtroppo giunti all’ultima puntata e non potevamo non dedicare la chiusura di Road to Cesena al totem, al Direttore ormai per antonomasia, a colui che non solo ha riportato il Futsal maschile agonistico a Bitonto, ma che dopo oltre dieci anni è ancora lì a dare continuità ad un progetto nato quasi per gioco diventato oggi una straordinaria realtà sportiva. Stiamo ovviamente parlando di Vito Cozzella, ufficialmente “soltanto” il DS del sodalizio neroverde, nella quotidianità, il suo guru, la sua anima senza tempo.
Lettrici e lettori, a voi i pensieri e le parole di Vito Cozzella!
Dire, siamo qui a commentare i giorni che precedono la finale secca in campo neutro per accedere in A2 Élite, ma…è tutto vero o ti sembra di vivere un sogno?
Sembrerebbe tutto vero, ma se è un sogno vi prego di non svegliarmi…! Stiamo vivendo delle emozioni di un’intensità inaudita, nel senso buono del termine. Valeva quindi la pena fare mille sacrifici, se poi questi ci hanno portato a vivere tutto questo…
Sacrifici, appunto… Proviamo ad analizzare il tutto solo con la razionalità illuminata della realtà effettuale delle cose. Rispetto ai programmi di inizio stagione, alle difficoltà oggettive (soprattutto quelle legate alla struttura fuori paese) che si sono dovute affrontare per nove mesi, fino alle “risorse umane” ridotte al minimo indispensabile, negli ultimi tempi, pensavate di arrivare all’ultimo atto di Cesena per giocarvi il salto di categoria contro il Sulmona?
Come già detto in passato, siamo partiti a settembre con la consapevolezza di aver allestito un roster interessante e la speranza di disputare un ottimo campionato. Non partivamo sicuramente in pole position e questo forse ci ha aiutato, dandoci quel pizzico di leggerezza e incoscienza che ci hanno permesso di divertirci e divertire chi ci ha seguito. Siamo arrivati ai playoff da secondi in classifica, dopo aver assaporato per un bel po’ di settimane il dolcissimo sapore della vetta, quindi non andremo certo a Cesena da ‘sprovveduti’… C’è stata senz’altro delusione per non aver vinto (meritatamente, ndr) il campionato, inutile nasconderlo, a maggior ragione con una squadra che si è poi ridotta all’osso per via dell’impronosticabile partenza di Pires, un giocatore per noi fondamentale, il quale è dovuto rientrare con urgenza in Brasile a causa di problemi di natura strettamente personale. Abbiamo quindi abbracciato forte e dovuto salutare anzitempo un ragazzo d’oro, nonché un calcettista fortissimo, ci siamo stretti uno all’altro, dirigenza, staff e giocatori, proprio come si fa nelle grandi famiglie, e da lì abbiamo triplicato le nostre forze per affrontare e vincere un playoff dove non eravamo più oggettivamente i favoriti numeri uno del lotto, nonostante la classifica finale della regular season lo certificasse. Infine va evidenziato, a livello tecnico-tattico, che quando hai in panchina un fuoriclasse come mister Lodispoto, nulla diventa impossibile…
Parliamo ora dei nostri avversari del 31 maggio. Che squadra è il Sulmona?
Stiamo parlando di una società che negli anni si è creata rispetto e considerazione nel mondo Futsal, attraverso risultati altamente prestigiosi. È oggi un roster che presenta un mix di giovani interessantissimi e giocatori navigati con esperienza da vendere, su tutti l’eterno Nicolodi, vecchia conoscenza di alta qualità anche del Futsal pugliese. Offrono un gioco rapido, fatto di intensità ed elevata tecnica; affrontarli non sarà facile, perché hanno pochi punti deboli e soprattutto non danno riferimenti.
Tu che conosci l’ambiente Futsal Bitonto come nessun altro, nelle sue sfumature più sottili, quali aspetti dovrebbero infondere maggiore fiducia ai tifosi (che ci auguriamo essere numerosi e rumorosi anche a Cesena) in vista del match secco del 31 maggio? Quali potrebbero essere, secondo te, le differenze in meglio rispetto all’avvicinamento che ci fu in occasione della sfortunata Final Four di Porto San Giorgio?
Psicologicamente arriviamo a questo prestigioso appuntamento con meno ansie, rispetto a Porto San Giorgio, consapevoli che si tratta di una partita secca ‘senza un domani’ dove concentrare tutte le energie. Inoltre, nelle Marche si trattava del nostro battesimo assoluto in un grande evento nazionale e questo ci ha portato qualche tensione in più. Ora siamo molto più tranquilli. Il nostro, poi, è un gruppo di ‘simpatici pazzi’ ai quali le settimane che scorrono in modo ordinario possono fare solo del male… E, a proposito di sana follia, a Cesena avremo un Ferdinelli in più nel motore, ricordando che Robertino non disputò la semifinale della Final Four di Coppa per squalifica. In conclusione, quello di cui sono certo al 100% è che i ragazzi sono carichissimi e prontissimi a dare tutto in questi ultimi quaranta minuti stagionali!
In circa dieci anni, ti sei letteralmente trasformato da allenatore fac totum di una società quasi “amatoriale” di C2 in un Dirigente molto conosciuto e apprezzato nell’ambiente, in seno ad una società rispettata da tutti e stimata da molti. Cosa ti / vi ha permesso quest’incredibile salto organizzativo e di competitività che oggi sta facendo sognare ad un’intera comunità sportiva la seconda categoria del Futsal maschile italiano?
Nello sport, come nella vita, credo che la gavetta sia fondamentale per un lineare percorso di crescita. I campetti in erba sintetica, le strutture più improbabili, i pochi fondi disponibili non devono essere dimenticati, perché si può crescere e vincere, ma mai si deve perdere la propria umile identità. Negli anni è stato fondamentale inserire nella nostra famiglia figure iper-professionali come Francesco Mancazzo e Francesco Schiavino, che hanno portato più organizzazione e una visione di società intesa come azienda. Personalmente sono felice di quanto fatto sino a oggi, sicuramente con tanta fortuna – che non può mancare – ma anche con un pizzico di competenza, che forse inizio a riconoscermi anch’io, ma sempre senza mai dimenticare da dove sono partito, più di dieci anni fa…
Assolutamente ammirevoli ostinazione e fiduciosa caparbietà, programmazione lungimirante e serietà. A persone così non si può che augurare il meglio e nel frattempo…continuiamo a tifare a più non posso FUTSAL BITONTO!