Altro che invasione: qui siamo alla coabitazione.
Le blatte bitontine hanno fatto un upgrade. Non si limitano più a scorrazzare nei tombini o farsi un giro serale. No. Ora camminano sui muri, si arrampicano con eleganza e – come mostra la foto scattata da un nostro lettore – sembrano anche intenzionate a suonare al citofono.
Educate, ostinate, perfettamente adattate alla vita urbana. «Tra poco porteranno pure il gelato» ci scrive qualcuno, mentre un altro propone di installare un cartello: “Qui abita Gregor Samsa”.
Scherzi a parte (ma non troppo), il problema è serio e diffuso. Lo sappiamo: in molti casi servono interventi dell’Acquedotto Pugliese, manutenzioni nei condomini, pulizia dei tombini privati. Ma almeno nelle piazze e nelle strade pubbliche – quelle dove si passeggia, si chiacchiera, si vive – ci aspetteremmo un po’ di cura in più.
Perché a condividere una pizza con gli amici va bene. Ma a condividere le serate con i “maledetti scarafaggi”, come cantava Giorgio Vanni, anche no.
“Sono lì, sempre lì, con quell’aria da duri, che poi spariscono in fretta nei buchi più scuri… Maledetti scarafaggi, questa è casa mia!”
Ecco: appunto. Casa nostra.