Centodieci anni, ottantacinque dei quali vissuti in clausura. Prima nel monastero di Santa Scolastica, dove nel 1940 prese i voti, poi a Noci, infine a Bitonto, sua casa da metà degli anni Sessanta.
Dietro le grate del monastero Santa Maria delle Vergini della città dell’olio, la comunità di benedettine cassanesi festeggia oggi suor Maria Letizia.
Compleanno da record per la donna che ha donato tutta la sua vita al Signore e che ai “misteri della volontà di Dio” attribuisce il segreto della sua longevità.
Nata a Gioia del Colle il 16 ottobre del 1915, durante il primo anno della Grande Guerra, Maria Francesca Pastore (il suo nome vero, sostituito poi, dopo la consacrazione, con quello della madre, persa appena cinque anni prima) è stata testimone delle epidemie di spagnola, sars e coronavirus e della seconda guerra mondiale.
Il rumore delle bombe fu il sottofondo di una delle sue pochissime uscite dal monastero, tutte dovute a problemi di salute: nel 1943, insieme a suo padre, raggiunse infatti Roma per sottoporsi ad un intervento di asportazione di un rene.
“Allora mi dissero che avrei potuto vivere massimo altri dieci anni” raccontò sorridendo nel documentario a lei dedicato, realizzato anni fa dal regista bitontino Lorenzo Scaraggi.
Da allora però di anni ne sono passati 82, dedicati tutti alla preghiera, ma anche alla cura delle piante, alla pittura, alla ricamatura e soprattutto alla rilegatura dei libri, un’arte imparata nel 1968 nel monastero delle Benedettine di Santa Maria a Rosano, a Rignano sull’Arno.
Tantissimi i volumi, le pergamene, i testi antichi e rari che madre Letizia ha restaurato nel laboratorio di rilegatoria del monastero bitontino, da lei diretto per anni. Si trattava di una delle attività su cui si reggeva l’economia della comunità benedettina, oltre a quelle più tradizionali legate alla produzione dei dolci, delle ostie e del ricamo.
Suo il merito del recupero di buona parte dei libri antichi della sopraintendenza, delle biblioteche pubbliche, delle scuole e delle collezioni private di tutta la provincia, ma anche e soprattutto di alcuni dei libri della biblioteca nazionale centrale di Firenze, gravemente danneggiati dall’alluvione del 1966. Opere del Seicento e Settecento, giunte in Puglia per essere ripulite dal fango e dalla sporcizia, lavate e trattate dalle sapienti mani della suora e delle sue consorelle.
Madre Maria Letizia è “una presenza, una testimonianza di appartenenza alla nostra comunità con la preghiera e con le opere – le parole del sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci -. Per tutti sia un esempio nella nostra quotidianità”.
















