Dopo mesi di silenzio e solo su sollecitazione di ben sette associazioni locali – ANPI «Carla Nespolo», Era Murgiae, Fare Verde, Italia Nostra Bari, Legambiente Bitonto, 2Hands Bitonto e Vogliamo Bitonto Pulita – il comune di Bitonto ha finalmente espresso una posizione formale contraria al progetto agrivoltaico promosso dalla società Pv Blu srl, che prevede l’abbattimento di oltre 7mila alberi di ulivo in piena salute e in regime di coltivazione.
La dichiarazione, seppur chiara nei contenuti, arriva in ritardo e senza la trasparenza promessa: non è stata diffusa attraverso canali ufficiali o comunicata direttamente alle associazioni e alla cittadinanza, ma è emersa solo attraverso un articolo pubblicato su una testata giornalistica online. È da lì che si è appreso dell’esistenza di una nota – firmata dal sindaco e dal responsabile dell’Ufficio Urbanistico – inviata a fine settembre 2025 alla Città Metropolitana di Bari, in risposta alla determina del 17 luglio 2025, con cui l’ente metropolitano aveva escluso il progetto dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via).
Il comune riconosce ora che il progetto presenta impatti negativi sotto il profilo territoriale, paesaggistico, storico-culturale e archeologico, e che tali impatti non possono essere considerati estranei al “bene ambiente”. Un’affermazione che conferma le criticità già evidenziate dalle associazioni, e che potrebbe aprire alla revisione dell’iter autorizzativo.
Tuttavia, quanto accaduto solleva gravi interrogativi sulla coerenza e sul coordinamento interno dell’apparato comunale. Durante il procedimento, infatti, gli uffici tecnici avevano espresso pareri non ostativi alla realizzazione dell’impianto, pareri che oggi rischiano di vincolare giuridicamente l’ente locale e rendere più difficile qualsiasi intervento correttivo.
Pur nel rispetto della distinzione tra ruoli politici e funzioni amministrative, è necessario ribadire che la politica ha il dovere non solo di indirizzare, ma anche di vigilare sull’operato degli uffici, soprattutto in presenza di progetti che comportano trasformazioni irreversibili del territorio.
Alla luce di quanto emerso, le associazioni firmatarie chiedono ancora una volta che si operi con rigore, trasparenza e responsabilità, affinché i procedimenti in corso siano affrontati con attenzione preventiva e non a danno ormai compiuto. La tutela dell’ambiente, della memoria storica e della qualità della vita delle comunità locali non può essere sacrificata sull’altare di logiche speculative.

















