“Valori molto buoni, se non eccellenti”, tanto da far pensare che a Bitonto si respiri “un’ottima aria”.
È questo il giudizio formulato dalla startup milanese Wiseair s.r.l., alla luce dei risultati del progetto di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico in città, avviato un anno fa in collaborazione con Palazzo Gentile.
Incoraggianti i dati registrati dai dieci sensori installati nel centro urbano e dai due posizionati nelle frazioni di Palombaio e Mariotto.
Come si evince dal report annuale, presentato ieri all’amministrazione e alla stampa, da luglio 2024 ad oggi, sono stati infatti solo 22 i giorni in cui si è superata la soglia di concentrazioni di polveri sottili fissata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Da dimenticare poi la notte di Capodanno, quando, complici i botti e i fuochi artificiali esplosi in città, si sono registrati, come unica volta, valori oltre i limiti normativi di PM 10.
Mesi più “sporchi” si sono rivelati in particolare quelli autunnali ed invernali, periodo in cui “si assiste spesso ad un aumento generale delle concentrazioni di particolato”, come spiegato dall’ingegner Andrea Bassi di Wiseair. Colpa del fenomeno dell’inversione termica, che riduce il rimescolamento delle polveri, ma anche dell’accensione dei riscaldamenti.
Proprio la combustione residenziale sarebbe infatti, secondo i dati EMEP GRID, la fonte più importante di emissioni, contribuendo per il 62,1% al totale di PM 2.5 e per il 54,9% sui PM 10. Ma anche la probabile responsabile della minore pulizia dell’aria nelle frazioni.
Palombaio e Mariotto hanno infatti registrato rispettivamente il 16 e il 9 percento di giorni peggiori della media, ovvero quasi il triplo rispetto al centro urbano. “Dato non allarmante – come ha rassicurato Bassi –, in quanto l’aria risulta comunque di ottima qualità”, ma che potrebbe essere giustificato dagli strumenti utilizzati per il riscaldamento.
“Le frazioni – ha ricordato l’assessore alla Polizia Locale, Cosimo Bonasia – non sono al momento collegate alla rete di gas metano. Per questo, per fronteggiare le basse temperature, i residenti fanno ricorso spesso a stufe a pellet, che producono più emissioni”.
Da verificare anche la variabile traffico, giudicata al secondo posto tra le cause di inquinamento (con un’incidenza del 21,7% su PM 2.5 e del 27,9% su PM 10).
“Le centraline di Palombaio e Mariotto – ha sottolineato infatti Bonasia – sono posizionate proprio su vie di collegamento con il centro urbano e sono quindi percorse da molte auto”.
Per chiarire la reale fonte di inquinamento, allora, l’amministrazione potrebbe pensare all’installazione di nuovi sensori proprio nelle frazioni o, come suggerito dallo stesso Bassi, di integrare al progetto il monitoraggio delle emissioni NOx, ovvero di ossidi di azoto, gruppo di gas inquinanti che derivano principalmente dalla combustione ad alta temperatura.
“Il senso della presentazione del report – ha sottolineato il referente Wiseair – è proprio quello di pensare ad iniziative territoriali che possano portare miglioramenti nel medio-lungo termine”.
Ancora impossibili da valutare, invece, i risultati sulla qualità dell’aria determinati dal divieto di transito dal centro cittadino di Bitonto dei bus extraurbani, ordinato a febbraio scorso. “L’impatto del provvedimento e l’eventuale diminuzione delle emissioni potrà essere calcolato solo nei prossimi mesi”.