Dal movimento politico cittadino Liberi, riceviamo e pubblichiamo.
“In giro si racconta della ripresa delle ostilità in un partito (il Pd), dove sono tornate a caratterizzarsi le cosiddette due famiglie politiche di storica derivazione democristiana e comunista.
Famiglie che, oggi più che mai, si contendono una leadership gestionale ad escludendum.
Qualcuno sicuramente ricorderà il sacco (spoliazione) ai danni del Partito Democratico perpetrato dalle truppe Abbaticchiane, che, nel lontano 2019, capitanate dall’odisseo Brandi, si impossessarono della guida dello stesso (il Pd), relegando la vecchia gestione a un ruolo da spettatori (“utili idioti”).
Un ruolo che si confermò alle amministrative del 2022, per un accordo tutto democristiano: la scelta del candidato Sindaco vincente Ricci, le postazioni gestionali (Pinto, Brandi) e una candidatura (perdente) al Parlamento per Abbaticchio.
Il rimanere, ancora una volta, con le mani in mano da parte della componente ex comunista (nonostante l’elezione di due Consiglieri Comunali su quattro), ha prodotto negli ultimi tempi un sentimento di riscossa, volto a sostituirsi agli ex democristiani attraverso la conta all’ultima tessera in un congresso cittadino che avrebbe coinvolto anche il livello regionale.
Una guerra da ultimo voto (circa 1500 iscritti), che ha premiato gli sconfitti di sempre, la cui belligeranza oggi si manifesta con la richiesta (radio fante) dello scalpo politico di Brandi e del suo assessorato.
Uno scenario nuovo, destinato a relegare all’irrilevanza politica talune componenti e/o personaggi di primo piano presenti negli ultimi quindici anni.
Una continuità politico-amministrativa di origine Abbaticchiana in perpetua decadenza che, molto probabilmente, si concluderà, come atto finale (a chiudere il cerchio), con la non ricandidatura a Sindaco di Francesco Paolo Ricci.
Tempi duri per i nostri eroi: i primi, gli ex democristiani, costretti come non mai a ruoli di riserva; i secondi, gli ex comunisti, improvvisamente protagonisti, con relativa assenza di riscontro politico quindicinale, in una città allo sbando che ha visto implementare esponenzialmente le sue problematiche.
Nel salutare i nuovi arrivati, Liberi ritiene doveroso che gli stessi fossero messi al corrente delle tante priorità, vecchie e nuove, che l’amministrazione, di cui sono da troppo tempo consapevolmente sostenitori, avrebbe accantonato e/o trascurato.
Priorità che riguardano settori vitali, in agricoltura, per la carenza di risorse idriche, per gli espianti di ulivi secolari, per tratte (rurali e non) e ponti inagibili, a interessare tutto il circondario, compresa la zona artigianale.
Priorità che viaggiano in centro città: una mobilità veicolare soffocata, una mancanza di parcheggi e la necessità di un diverso approccio urbanistico, magari adottando un indispensabile Piano Casa.
Una nuova sistemazione del mercato settimanale, con annesso attenzionamento al verde pubblico (ultimamente a rischio per una voglia di sostituire alberi centenari con arbusti).
Priorità croniche sono le questioni sanitarie e ambientali, per un ventennale abbandono della ormai famosa discarica Ecoambiente.
Priorità sono la diminuzione delle tariffe TARI.
Priorità è la valorizzazione del centro storico.
Priorità è la sicurezza dei cittadini, ecc. ecc.
Priorità che non sono state oggetto di discussione congressuale”.