Un giorno d’estate di sedici anni fa, il 6 agosto per la precisione, un aereo ATR 72, partito da Bari, sta volando in direzione Djerba in Tunisia. Ci viaggiano storie e vite, sogni e progetti, desideri e passioni. Ad un certo punto, si ferma in cielo e comincia a perdere quota. Inesorabilmente. Paurosamente. Finché la carlinga e le ali non si infrangono sulle onde del mare siciliano. I gorghi divorano passeggeri. Grida, disperazione, senso della fine imminente. Eppure, fra quelle acque, un uomo nuota, si sbraccia e mette in salvo persone che neppure conosce. Finché, esausto, non perde la vita anche lui. È Enrico Fallacara, imprenditore 39enne di Bitonto: stava andando in vacanza con la moglie Bebedetta, che scamperà alla tragedia.
Venerdì scorso, il sedicesimo anniversario del disastro aereo di Capo Gallo: l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano ha deposto una corona di fiori presso la stele nel parco Perotti (lato sud) che ricorda le vittime, che ancora devono avere giustizia. Presente, in rappresentanza dell’amministrazione di Bitonto, il consigliere comunale Emanuele Avellis.
La deposizione è avvenuta al termine della messa che è stata celebrata nella parrocchia di San Sabino.
L’iniziativa, organizzata dall’associazione “Disastro Aereo Capo Gallo 6 agosto 2005”, è patrocinata dal Comune di Bari e dalla Regione Puglia.
“Anche quest’anno, come ogni anno – dichiara l’ex consigliere regionale Domenico Damascelli -, dal 2005, ho partecipato alla cerimonia di commemorazione. Sarò sempre presente, dal momento che sento il dovere di essere al fianco delle famiglie dei deceduti perché il ricordo deve essere forte, mentre il dolore è ancora vivo. E si è acuito quando è giunta notizia del fatto che il vicepilota tunisino arrestato in Francia
non è stato consegnato all’Italia a causa di un gravissimo errore di documentazione da parte del Ministero della Giustizia.
Così, quando la giustizia si stava per compiere, quelle persone sono state uccise per la seconda volta. Spero solo che il loro sacrificio non sia stato vano, se si considera che le altre compagnie aeree, dopo la strage hanno intensificato vigilanza e controllo”. “E trovo altresì inaccettabile che il Comune di Bitonto non abbia ancora intitolato una strada al nostro concittadino eroe Enrico, nonostante sia stato promesso dodici mesi fa da un assessore e da una consigliere, ambedue candidati allora alle regionali. No, mi dispiace, ma non si fa campagna elettorale su chi non c’è più”.